16 Luglio 2021
Carson Smith
Nel corso degli ultimi anni, il concetto di resilienza si è trovato in prima linea nelle discussioni globali. Il programma 100 resilient cities (100 città resilienti), ora Resilient Cities Network (Rete delle città resilienti) nel 2013; lo Urban Land Institute ha ospitato il secondo annuale vertice sulla resilienza nel 2020; e il Center for Climate and Energy Solutions dispone di un “portale per la resilienza ai mutamenti climatici.’ L’idea ha assunto un’importanza ancora maggiore nelle discussioni sul COVID-19, e per una buona ragione: essere “resilienti” implica stabilità e adattabilità in caso di circostanze impreviste, come eventi meteorologici irregolari o persino una pandemia globale.
Nello sviluppo dei piani di resilienza ai cambiamenti climatici per l’ambiente edificato, sono due le strategie da tenere in considerazione: l’approccio del “bounce-back” (ritorno al punto di partenza) o quello del “bounce-forward” (rimbalzo in avanti). Un approccio “bounce-back” presuppone il ritorno a uno stato stazionario precedente. Un approccio “bounce-forward” tiene conto dell’adattamento continuo a disturbi o cambiamenti dello stato stazionario.
Poiché il cambiamento climatico modifica costantemente gli equilibri ambientali complessivi, l’approccio di “ritorno al punto di partenza” sta diventando sempre meno concretamente applicabile. Tuttavia, la maggior parte degli sforzi di resilienza nel settore edile statunitense adotta un approccio di “bounce-back”, che non tiene in considerazione l’adattamento ai cambiamenti futuri previsti.
Un’utile illustrazione dell’approccio di resilienza “bounce-back” può essere trovata nello stato del Texas. A causa della vicinanza al Golfo del Messico, lo stato del Texas è colpito ogni anno da numerosi uragani e tempeste tropicali durante i mesi caldi della stagione degli uragani. Nel 2017, l’uragano Harvey ha provocato una perdita di 3,8 miliardi di dollari del prodotto interno lordo (PIL) – oltre il doppio del PIL complessivo del 2016 – e ha accumulato in totale 125 miliardi di dollari di danni. Questi tipi di gravi eventi meteorologici non sono una novità per lo stato del Texas, né per i dirigenti politici dello Stato. il texas è al secondo posto tra gli stati più soggetti agli uragani negli stati uniti. Nonostante le prove inequivocabili della necessità di una resilienza ponderata ed efficace ai mutamenti climatici nell’ambiente edificato, l’interesse politico e i finanziamenti a livello statale rimangono destinati altrove.
Torniamo al febbraio 2021: una settimana di gelo senza precedenti ha di fatto disconnesso dalla rete elettrica lo Stato del Texas. La tempesta di ghiaccio ha fatto emergere ancora una volta le carenze nella preparazione alle catastrofi (principalmente la mancanza di infrastrutture resilienti, come centrali e sistemi elettrici a prova di intemperie) e altri effetti della rete elettrica deregolamentata del Texas. La bufera ha causato interruzioni diffuse che hanno lasciato milioni di persone senza elettricità, riscaldamento e acqua, per diversi giorni. Si stima che i danni totali causati da perdita dei raccolti, blackout, carenze idriche e rotture delle tubazioni abbiano raggiunto i 130 miliardi di dollari in tutto lo Stato, oltre a un numero sconvolgente di perdite umane.
A quasi quattro anni dal passaggio dell’uragano Harvey, non sono stati fatti sforzi legislativi significativi per rafforzare la resilienza ai cambiamenti climatici in Texas e poco è cambiato dalle tempeste di ghiaccio di febbraio; anzi, nelle ultime due settimane, i texani sono stati avvertiti della possibilità di interruzioni di corrente durante l’estate, all’aumento delle temperature e della domanda di elettricità. Per evitare il completo collasso infrastrutturale, è imperativo che lo Stato del Texas e altri organi statali integrino la resilienza climatica nella definizione delle strategie politiche e nell’allocazione del budget.
Il team di Climate Resilience di Longevity Partners bitiene che la resilienza non possa essere reattiva. Anche se non siamo in grado di prevedere il tempo, possiamo imparare dagli errori del passato e affidarci agli esperti per adeguare le nostre risorse e le nostre comunità alle esigenze future integrando la resilienza nella pianificazione e nella costruzione.