16 Maggio 2022
di Jillian Giberson, analista politico
Lo sviluppo urbano senza precedenti della nostra epoca ha esercitato sulle città pressioni sempre più forti affinché vengano sviluppate strategie di crescita sostenibile. Già oggi, le città contribuiscono per il 75% alle emissioni globali di carbonio e, con la popolazione urbana destinata a raddoppiare entro il 2050, l’intensità degli impatti ambientali dei centri abitati aumenterà in modo esponenziale, senza strategie di sostenibilità efficaci.
Benché gran parte del dibattito circa le politiche climatiche si concentri sugli sforzi a livello nazionale, non va sottovalutato il ruolo delle amministrazioni locali nel guidare l’agenda della sostenibilità. Le città di tutto il mondo stanno attuando politiche di sostenibilità innovative. New York City e Londra, due centri internazionali per gli investimenti e lo sviluppo immobiliare, hanno varato programmi di trasformazione che promuovono la mitigazione dei cambiamenti climatici e la resilienza.
New York
New York City è un chiaro esempio dell’importanza del processo decisionale a livello urbano. Le incertezze e la variabilità della politica ambientale statunitense negli ultimi 5 anni hanno delegato alle autorità statali e locali lo sviluppo delle politiche climatiche. Dopo il ritiro degli Stati Uniti dall’accordo di Parigi nel 2017, New York City ha varato il primo PIANO D’AZIONE URBANO del mondo in linea con gli obiettivi dell’accordo. Inoltre, nel 2018, è stata la prima città a presentare una REVISIONE LOCALE VOLONTARIA per gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite. Infine, nel 2019, la Municipalità ha promulgato quello che è stato giudicato uno dei pacchetti legislativi più ambiziosi a livello globale: IL CLIMATE MOBILIZATION ACT (LEGGE SULLA MOBILITAZIONE CLIMATICA).
Tra le nuove normative attuate dal Climate Mobilization Act figura la LEGGE LOCALE 97. Il testo preannuncia importanti implicazioni per il settore degli investimenti immobiliari e impone che qualsiasi edificio esistente di oltre 2.300 mq. riduca le emissioni di carbonio del 40% entro il 2030 e dell’80% entro il 2050. La norma si applica a oltre 50.000 degli edifici più grandi di New York, che rappresentano oltre il 60% dell’area edificata totale della città. La prima scadenza per le comunicazioni annuali sulle emissioni di gas a effetto serra è prevista nel 2025 e i proprietari di immobili hanno poco più di 3 anni per implementare i piani di conformità in materia di riduzione delle emissioni.
Man mano che ci avviciniamo alla data limite per la conformità, le opportunità che si aprono a New York sono tantissime. Secondo un rapporto di URBAN GREEN COUNCIL del 2019, la sola Legge Locale 97 dovrebbe dare origine a un nuovo mercato delle ristrutturazioni con un valore di 20 miliardi di dollari. Inoltre, il CLIMATE MOBILIZATION ACT definisce strumenti di finanziamento per consentire ai proprietari di immobili di investire in energia pulita e ristrutturazioni edilizie e offre importanti incentivi per migliorare la resilienza climatica e le prestazioni energetiche degli edifici.
Londra
Dall’altra parte dell’Atlantico, Londra ha sviluppato un proprio ambizioso piano di sviluppo sostenibile. Il 2021 LONDON PLAN si pone l’obiettivo di raggiungere l’azzeramento delle emissioni nette entro il 2030, con effetti di vasta portata per il settore immobiliare, che deve contribuire agli sforzi di riduzione. Sono previsti e RICHIESTI nuovi importanti sviluppi per attuare una riduzione minima del 35% delle emissioni di gas a effetto serra, nonché misure più lievi a livello residenziale e non residenziale per ridurre le emissioni tra il 10 e il 15%.
Il London Plan abbina le iniziative obbligatorie di efficienza energetica ai fondi di compensazione a livello di quartiere, prevedendo diversi percorsi per aiutare i proprietari di immobili a raggiungere gli obiettivi “net zero”. Ogni distretto della città è tenuto a istituire e amministrare un fondo di compensazione delle emissioni di carbonio a cui possono contribuire gli immobili che non riescono a raggiungere l’obiettivo di azzeramento delle emissioni.
Oltre alle emissioni di gas a effetto serra, il London Plan sottolinea l’importanza di mitigare i rischi termici causati dall’effetto “isola di calore urbana” (UHI, Urban Heat Island), un fenomeno specifico delle città. Le zone urbane ad alta concentrazione di pavimentazioni ed edifici, senza una presenza significativa di vegetazione o specchi d’acqua in grado di assorbire e trattenere il calore, possono causare l’innalzamento delle temperature a livelli pericolosi in zone climatiche o stagioni calde. LONDRA può raggiungere temperature di 10 gradi superiori rispetto alle aree circostanti. Poiché è un fenomeno esclusivamente urbano, l’approccio ideale per attenuare l’UHI è al livello cittadino, con politiche locali adattabili alle realtà della comunità, del clima e della zona.
Le disparità esistenti tra la realtà nazionale e quella delle città, ad esempio il clima fisico, richiedono una differenziazione delle strategie tra i vari livelli istituzionali. Le politiche urbane sono particolarmente critiche per le disposizioni in materia ambientale e sociale e, rispetto alle legislature nazionali, hanno maggiori opportunità di anticipare i progressi normativi. Il caso di studio di New York City evidenzia la capacità dei leader locali di rompere con l’inerzia federale e attuare provvedimenti legislativi rivoluzionari nella maggiore municipalità della nazione. Londra offre un esempio di come le politiche urbane, adattate alle realtà locali, possono migliorare notevolmente la portata dell’azione normativa, anche in un paese con una solida legislazione sul clima.
Con questi cambiamenti dinamici a livello nazionale e municipale, per le organizzazioni può risultare difficile tenere traccia degli sviluppi più importanti e rilevanti per le loro attività. Longevity Partners è specificamente preparata a supportare le aziende in queste sfide e offre valutazioni e revisioni complete della legislazione per tutti i livelli di governance.
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