Cradle to Cradle® nell’ambiente edificato – Costruire bene invece che alla meno peggio

“Un edificio come un albero. Una città come una foresta”. Questa citazione di Michael Braungart e William McDonough, i due fondatori dei concetti di progettazione Cradle to Cradle® (C2C), ne descrive bene la visione. Il modello sposa l’idea che l’umanità non dovrebbe vedere se stessa e i propri edifici come separati dalla natura. Il C2C è un approccio all’economia circolare che offre uno schema per la progettazione di prodotti ed edifici i cui materiali fluiscono in tutta sicurezza in cicli chiusi di riutilizzo, al contrario di quanto accade nel modello dell’economia lineare “prendi-usa-getta”. L’enfasi è posta sul mantenimento del livello qualitativo dei materiali immessi nel ciclo, per rendere obsoleto il concetto di rifiuti.  

Eco-efficacia per un impatto ambientale positivo 

Secondo una ricerca, ci troviamo a un punto di svolta: per la prima volta, i prodotti realizzati dalla razza umana hanno una massa maggiore della biomassa vivente totale. Allo stesso tempo, stando al Circularity Gap Report di Circle Economy, solo l’8,6% delle risorse viene trattato in modo circolare. L’industria edile svolge un ruolo centrale nella generazione di massa non circolare, in quanto settore ad alta intensità di materiali e rifiuti. Inoltre, l’inquinamento dell’aria negli ambienti interni, derivante dal degassamento di materiali cancerogeni, mutageni e tossici per la riproduzione (CMR) comunemente usati negli edifici, causa problemi di salute, tra cui l’aumento delle allergie fra i bambini.  

È evidente che risulta necessario trasformare il settore edile per fornire soluzioni a questi problemi. Tuttavia, l’edilizia sostenibile si pone principalmente problemi sociali e ambientali, puntando a ridurre o minimizzare sprechi, inquinamento e consumo di risorse. Questi approcci all’eco-efficienza si focalizzano sulla diminuzione dell’impatto negativo dell’umanità sul pianeta Terra, ma non forniscono una soluzione a lungo termine.  

Se osserviamo la natura, riscontriamo una tendenza all’efficacia piuttosto che all’efficienza. Ad esempio, un ciliegio produce migliaia di fiori ogni anno per produrre solo uno o due semi che avranno probabilità di germinare. Ma non è un problema, perché i “rifiuti” servono come nutriente sia per il suolo che per gli animali. Inoltre, durante questo processo, il ciliegio depura l’aria e l’acqua.   

Ci poniamo quindi delle domande: come possiamo trasformare gli edifici in modo tale che imitino l’efficacia degli alberi di ciliegio? Come possiamo progettarli affinché siano non solo neutrali dal punto di vista climatico, o meno dannosi, ma forniscano anche un contributo positivo all’ambiente, alla salute e al benessere delle persone che li abitano? L’approccio C2C sfida la maggior parte delle ipotesi prevalenti sostenute dalle metodologie di costruzione e gestione sostenibili. E tenta di affrontare il problema alla radice attraverso l’eco-efficacia.  

Gli esempi concreti dimostrano che gli edifici realizzati secondo i principi del Cradle to Cradle surclassano quelli convenzionali nel corso dell’intero ciclo di vita del carbonio. Ad esempio, il progetto di punta “The Cradle” a Düsseldorf consente di risparmiare il 30% delle emissioni grazie ai materiali salubri e al funzionamento eco-efficiente. Inoltre, gli edifici Cradle to Cradle possono migliorare le condizioni dell’ambiente circostante. Ad esempio, lo sviluppo Moringa Hamburg produce ossigeno, riduce gli inquinanti e riequilibra il clima del quartiere Hafencity, in cui si trova. Il passaporto dei materiali per l’edilizia rappresenta uno strumento per tracciare tutti i materiali e la loro posizione nell’edificio. Se in futuro alcuni materiali verranno ritenuti pericolosi, come nel caso dell’amianto, potranno essere rimossi più facilmente. Inoltre, questo approccio riduce la quantità di carbonio incorporato durante la fase di riciclaggio, facilitando la decostruzione. Ad esempio, se un edificio è costruito in modo modulare, è possibile evitare lo sviluppo di polvere nel caso lo si debba smantellare. Pertanto, gli effetti negativi sono già anticipati e impediti durante la fase di progettazione. 

Il ciclo biologico e tecnico: progettare con in mente il ciclo di vita  

La visione della progettazione C2C classifica l’appartenenza dei materiali a uno di due cicli distinti: il ciclo biologico e il ciclo tecnico. 

Quelle parti dei fabbricati che probabilmente verranno reimmesse nell’ambiente in modo naturale dovrebbero conformarsi ai principi del ciclo biologico. Dovrebbero essere costituite da materiali rinnovabili, come legno, canapa o cotone. Se contengono semi o importanti microrganismi, anziché microplastiche, possono anche dare un contributo positivo all’ambiente con la loro biodegradazione.  

Il ciclo tecnico è ancora più importante nel settore edile, poiché gran parte degli elementi di un edificio non entreranno naturalmente nel sistema biologico durante il loro utilizzo. Nel ciclo tecnico, le risorse rinnovabili o non rinnovabili, come vetro, metallo e plastica, vengono conservate come nutrienti per i successivi cicli industriali. Occorre progettarle per il disassemblaggio, di modo che i materiali di pregio possano essere smontati dopo l’uso ed essere riciclati, preservandone o addirittura migliorandone la qualità (upcycling). Pertanto, le prassi che privilegiano l’avvitamento e il fissaggio con perni o sistemi di serraggio stanno sostituendo l’incollaggio o la saldatura. 

CLICCARE QUI PER VISUALIZZARE IL DIAGRAMMA A FARFALLA DELL’ECONOMIA CIRCOLARE con la distinzione tra ciclo tecnico e ciclo biologico, a cura di EPEA e della fondazione Ellen McArthur.  

Ma come? I principi della progettazione Cradle to Cradle®   

La visione olistica del C2C – progettare edifici che producono ossigeno, sequestrano il carbonio e l’azoto e distillano l’acqua come gli alberi – può sembrare complicata e spaventare. Pertanto, è stato elaborato un approccio evolutivo che ci guida nel progettare edifici sicuri e circolari in linea con i 10 criteri di principio e i 9 criteri di implementazione del C2C:   

I criteri di principio sono:  

  1. Esprimere le proprie intenzioni  
  2. Definire i materiali e i percorsi di utilizzo previsti  
  3. Integrare i nutrienti biologici  
  4. Migliorare la qualità dell’aria  
  5. Integrare le energie rinnovabili  
  6. Sostenere attivamente la biodiversità  
  7. Celebrare la diversità concettuale con l’innovazione  
  8. Aggiungere valore e migliorare la diversità con l’innovazione  
  9. Aggiungere valore e migliorare la qualità per gli stakeholder  
  10. Migliorare il benessere e la soddisfazione degli stakeholder  

I criteri di implementazione: 

  1. Fare un inventario  
  2. Integrare la finanza dell’innovazione  
  3. Integrare appaltatori diversificati ed esperti dell’approccio C2C  
  4. Integrare sistemi e strumenti applicativi  
  5. Integrare usi diversificati con funzionalità che applicano i criteri C2C  
  6. Integrare la luce naturale con l’illuminazione artificiale innovativa  
  7. Integrare una mobilità sana e alimentata da fonti rinnovabili  
  8. Proteggere gli occupanti dai rischi ambientali  
  9. Tenere conto delle opinioni estetiche degli stakeholder  

Un’analisi approfondita di ciascuno di questi principi esula dagli scopi del presente articolo, tuttavia è possibile valutare la seguente massima centrale: 

dobbiamo “liberarci” dei ben noti colpevoli. E ci riferiamo al requisito che tutti i materiali utilizzati non contengano componenti nocivi a livello chimico. IL CRADLE TO CRADLE® PRODUCTS INNOVATION INSTITUTE aggiorna regolarmente l’elenco pubblicamente disponibile di questi “X-chemicals“, ovvero sostanze chimiche che non devono essere contenute nei prodotti. Solo mettendo al bando o sostituendo tali agenti chimici con materie prime “sane”, i materiali possono fluire in modo sicuro nel ciclo biologico o nel ciclo tecnico.  Ad esempio, le attuali soluzioni per finestre o pavimenti contengono spesso PVC, plastificanti tossici o metalli pesanti, che impediscono un’adeguata circolazione nel ciclo tecnico.  

Un altro aspetto importante della progettazione C2C è la considerazione del contesto. È necessario prendere in considerazione, ad esempio, l’ubicazione dell’edificio e il modo in cui verrà utilizzato per garantire che sia progettato in conformità con l’ambiente circostante.  

In Longevity Partners, abbiamo assimilato i principi Cradle to Cradle® per l’ambiente edificato e aiutiamo architetti, proprietari e gestori di immobili ad aumentare la sostenibilità dei progetti di costruzione e ottimizzare gli edifici durante le fasi di esercizio. Grazie alla nostra linea di servizi per l’Economia circolare, affrontiamo le questioni relative alla scarsità di risorse e al rischio climatico concentrandoci sulla creazione di un impatto ecologico positivo.  

Dobbiamo agire immediatamente e passare dall’eco-efficienza all’eco-efficacia. Insieme possiamo progettare edifici secondo gli standard Cradle to Cradle®, per costruire un futuro in cui gli edifici siano effettivamente alberi e le città foreste.  

Riferimenti:  

McDonough, W., & Braungart, M. (2010). Cradle to cradle: ripensiamo il modo in cui facciamo le cose. North point press. 

https://circulareconomy.europa.eu/platform/sites/default/files/a_future-proof_built_environment.pdf 

http://www.c2c-centre.com/sites/default/files/mcdonough%20-%20towards%20a%20sustaining%20architecture%20for%20the%2021st%20century-%20the%20promise%20of%20cradle-to-cradle%20design_0.pdf 

https://pubs.acs.org/doi/pdf/10.1021/es0326322 

https://www.c2cplatform.tw/upload/file/cradle%20to%20cradle%20criteria%20for%20the%20built%20environmen.pdf 

https://www.circularity-gap.world/2021 

https://www.researchgate.net/publication/313872330_circular_economy_in_construction_current_awareness_challenges_and_enablers

https://www.the-cradle.de/guida alla progettazione dell’emergenza climatica | leti 

https://moringa.eco/ueber-uns 

https://moringa.eco/unsere-werte 

https://www.landmarken-ag.de/projekte/moringa/ 

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