2 Aprile 2020
Di Emily Shaw
Le disposizioni dei governi definiscono il decalogo che gli investitori immobiliari devono seguire per impegnarsi nel mercato immobiliare. Negli ultimi decenni, questo corpus di norme è cambiato, includendo i timori per i cambiamenti climatici e l’ambiente, poiché i governi di tutta l’Europa stanno fissando obiettivi più ambizioni per la riduzione delle emissioni e dell’inquinamento. Per fornire servizi migliori ai propri clienti, Longevity Partners svolge senza sosta ricerche e analisi allo scopo di identificare le tendenze politiche più significative e gli impatti delle normative climatiche e ambientali in sedici paesi europei.
La nostra analisi si concentra sulla comprensione dei rischi normativi per le attività degli investitori immobiliari. Le norme in materia di clima e ambiente spesso incidono in modo significativo sugli investitori immobiliari, poiché il comparto edile è attualmente responsabile del 36% di tutte le emissioni di carbonio in Europa [1] e si prevede che il livello di urbanizzazione in Europa aumenterà dal 75% nel 2020 all’83,7 % nel 2050 [2]. Senza una regolamentazione statale che garantisca la riduzione delle emissioni nel settore delle costruzioni, il crescente inurbamento dell’Europa potrebbe portare a un aumento delle emissioni. Pertanto, poiché i governi stanno continuando ad alzare l’asticella dei propri obiettivi climatici, il settore edile sarà chiamato a rispettare normative sempre più rigorose.
Nella nostra analisi, abbiamo esaminato le norme ambientali e climatiche di ciascuno dei sedici paesi membri e le abbiamo classificate in sette categorie ambientali, tra cui: 1) emissioni di carbonio ed energia; 2) acqua; 3) rifiuti e materiali; 4) classificazioni e standard edilizi; 5) modifica e adattamento della destinazione dei terreni; 6) obblighi di comunicazione societaria; 7) biodiversità. Poi, abbiamo analizzato il rischio di ciascuna regolamentazione, determinando l’impatto diretto e indiretto delle norme sulle attività degli investitori immobiliari. Infine, abbiamo anche valutato la gravità complessiva del rischio per le sette categorie ambientali per ciascun paese, a seconda dell’impatto diretto delle normative.
Risultati emersi dall’analisi più recente
Negli ultimi sei mesi, la ricerca sulla regolamentazione europea svolta da Longevity Partners si è concentrata sulle modifiche normative introdotte da ottobre 2019 e ha identificato due categorie di modifiche:
- L’Unione Europea ha adottato nuove norme in materia di clima nell’ambito del Green Deal europeo, che ha indotto molti Stati membri ad aggiornare in tal senso la loro legislazione.
- I singoli stati hanno aggiornato le proprie politiche o adottato nuove legislazioni per affrontare crisi o sfide locali.
1) Modifiche normative a livello europeo
Da dicembre 2019, l’UE ha dibattuto il Green Deal europeo, il piano che punta a fare dell’Europa il primo continente a impatto climatico nullo entro il 2050. Il programma si propone di innalzare le ambizioni e gli obiettivi per molte Direttive dell’UE in materia di clima e ambiente. È stato concordato dall’UE nel marzo 2020, tuttavia la nostra ricerca ha rilevato che molti Stati membri hanno già implementato le modifiche. Ad esempio, molti paesi hanno aggiornato la propria legislazione sul clima, includendo gli obiettivi più ambiziosi e rendendo più rigorose le normative. La Germania è stata una delle prime nazioni a emanare leggi sui nuovi obiettivi in materia di emissioni. In base a questa nuova legislazione, Klimaschutzgesetz (o legge sulla protezione del clima) (2019), il settore edile dovrà ridurre le emissioni del 20% entro il 2025 e del 40% entro il 2030, oltre a rispettare obiettivi di riduzione annuali.. Se il settore non raggiungerà i propri obiettivi annuali, la normativa conferisce agli organi competenti il potere di attuare un piano d’azione di emergenza per raggiungere gli obiettivi stessi [3]. Altri stati membri hanno implementato modifiche a diversi regolamenti, ad esempio il Lussemburgo e la Repubblica ceca, che hanno entrambi apportato modifiche ai regolamenti sui sistemi di scambio delle emissioni nell’UE (ETS, Emission Trading Systems). Inoltre, i Paesi Bassi hanno aggiornato la propria Direttiva sulla prestazione energetica degli edifici (Energy Performance of Buildings Directive, EPBD) e approvato una nuova legislazione sulla certificazione degli edifici, la Bijna Energie Neutrale Gebouwen (BENG) per recepire le nuove direttive dell’UE.
Il Green Deal europeo ha determinato e continuerà a determinare molti cambiamenti strategici nelle normative degli Stati membri dell’UE. Per il settore immobiliare, le accresciute ambizioni determineranno una legislazione più rigorosa. Pertanto, per ridurre i rischi associati a questo cambiamento di politica, gli investitori immobiliari dovranno allineare i propri obiettivi di riduzione delle emissioni con quanto delineato dall’Accordo di Parigi sul clima. Attualmente, come evidenziato dalla ricerca dell’Alliance for Corporate Transparency, molte grandi aziende europee non dispongono ancora di chiari indicatori chiave di prestazione (KPI) per i fattori climatici e ambientali e si astengono dalla modellazione del rischio climatico [4]. Con l’aumento del rischio di cambiamenti nelle politiche, gli investitori immobiliari dovrebbero sviluppare obiettivi e KPI e valutare modelli di rischio su tutti i propri asset per anticipare eventuali inasprimenti delle politiche.
La nostra analisi ha inoltre evidenziato un cambiamento strategico a livello europeo che non riguarda le categorie delle emissioni di carbonio e dell’energia. Il Green Deal europeo ha enfatizzato anche l’economia circolare e l’eliminazione graduale della plastica. L’UE ha approvato la messa al bando delle plastiche monouso a partire dal 2021. Molti Stati membri hanno recepito questo divieto, ad esempio Francia e Lussemburgo, o attuato politiche per incoraggiare l’economia circolare, come nei Paesi Bassi.
Nel complesso, possiamo aspettarci molti cambiamenti di politica sotto la guida dell’UE non appena gli Stati membri recepiranno tutti i diversi aspetti del Green Deal europeo. Gli investitori immobiliari dovranno inoltre partire dal presupposto che tali politiche diverranno più rigorose man mano che l’UE innalzerà i propri obiettivi di riduzione delle emissioni e verranno raggiunte le forme più semplici di riduzioni.
2) Modifiche normative a livello nazionale per affrontare la crisi locale
La nostra analisi ha evidenziato un’altra categoria di cambiamento strategico nei sedici paesi. Non limitandosi a recepire il Green Deal, alcune nazioni hanno implementato o modificato le politiche per affrontare crisi o questioni di carattere locale. Di seguito sono riportati alcuni esempi dai vari paesi.
In Francia, dopo significative manifestazioni di protesta, il governo ha congelato la “carbon tax” sui combustibili fossili fino al 2022 per accogliere alcune richieste del Movimento dei gilet gialli, nonostante le pressioni esercitate dall’Unione europea per l’aumento delle ambizioni climatiche.
Mentre in Svezia, due anni dopo l’approvazione del Climate Act, il governo è stato finalmente in grado di attuare il primo piano d’azione a favore del clima per i prossimi cinque anni. La definizione e l’attuazione di questo piano sono state ritardate poiché la Svezia è formalmente rimasta senza un governo da settembre 2018 a gennaio 2019.
In particolare, il governo olandese avrebbe dovuto varare una legge di emergenza alla fine del 2019 per affrontare la “crisi dell’azoto”. Nel 2019, il Programma Aanpak Stikstof (PAS), una politica che disciplina la quantità di azoto emessa dai progetti edilizi, è stata dichiarata illegale dal Consiglio di Stato olandese. Questa presa di posizione ha determinato il blocco di molti progetti e la legge di emergenza temporanea non ha avuto l’effetto di aumentare il numero dei cantieri nei Paesi Bassi. Questa crisi ha indotto i nostri ricercatori ad aumentare il livello del rischio della categoria “Biodiversità” per gli investitori immobiliari.
I cambiamenti di politica a livello locale sono imprevedibili e per questo motivo è importante che gli investitori lavorino con i governi delle nazioni in cui si trovano i loro asset.
Qual è la conclusione?
Presumibilmente, il Green Deal europeo e le problematiche locali in materia di ambiente presto determineranno ulteriori modifiche delle legislazioni nei sedici paesi europei analizzati. Tuttavia, con il perdurare dell’attuale pandemia di COVID-19, è possibile che i governi ritarderanno il recepimento delle direttive dell’UE e l’attuazione delle politiche locali si focalizzerà sulla mitigazione dell’impatto del COVID-19.
[3] https://www.bmu.de/fileadmin/daten_bmu/download_pdf/klimaschutz/fact_sheet_klimaschutzgesetz_bf.pdf