Scope 3: la principale sfida nell’impronta di carbonio

Visto che la necessità di ridurre le nostre emissioni di gas serra diventa sempre più urgente, è fondamentale comprendere le fonti di queste emissioni. Se conosciamo l’impronta ambientale di un immobile o di un progetto edile, possiamo identificare le opportunità di investimento idonee a ridurre le emissioni. Ma le emissioni non sono sempre facili da monitorare e, in progetti complessi come la costruzione di un edificio, il numero di variabili da tenere in considerazione può essere enorme.

Nella realizzazione di edifici o infrastrutture, alcune delle emissioni ricadono sotto il controllo dell’impresa edile e sono quindi facilmente tracciabili. È il caso delle emissioni Scope 1, che rappresentano le emissioni dirette degli impianti fissi e mobili dell’azienda. Ad esempio, per un progetto edile, questa categoria può comprendere i generatori elettrici in un cantiere. Anche le emissioni Scope 2, risultanti dall’acquisto di elettricità, condizionamento e riscaldamento, sono relativamente semplici da monitorare. I contatori di potenza e le bollette sono metodi comuni per monitorare le emissioni Scope 2. La difficoltà maggiore, tuttavia, è tracciare le emissioni Scope 3.

Le emissioni Scope 3 sono emissioni indirette, a monte e a valle delle attività di costruzione, e non rientrano nelle emissioni Scope 1 e 2 sotto il controllo delle aziende. In altre parole, sono le emissioni risultanti dall’uso di qualsiasi mezzo, servizio, materiale, prodotto, ecc., fornito da una terza parte per realizzare un determinato progetto. Ad esempio, le emissioni Scope 3 in un progetto edile possono riferirsi al trattamento dei rifiuti, agli spostamenti dei dipendenti, al trasporto delle merci, all’estrazione e alla produzione dei materiali e alla realizzazione dei macchinari. Anche se l’impresa edile non ha il controllo diretto su queste emissioni, esse rientrano comunque nell’impronta ambientale Scope 3 del progetto.

A differenza delle emissioni Scope 1 e 2, le emissioni Scope 3 sono di natura diversa e difficili da tracciare. Il problema principale è che queste emissioni sono generate da entità su cui l’azienda che ha l’obbligo di effettuare la comunicazione ha scarso controllo.

Circa il 75% 1 delle emissioni totali durante la vita di un tipico edificio si verifica durante la fase di costruzione. In un progetto edile, le emissioni Scope 3, in particolare i materiali da costruzione, l’ammortamento dei macchinari, il trasporto del personale e i servizi, rappresentano circa l’80% 2 delle emissioni totali. Questo spiega perché è così importante comprendere e monitorare le emissioni Scope 3.

Oggi, il metodo standard per calcolare le emissioni Scope 3 si basa sull’uso di fattori di emissione medi del settore, che forniscono valori unitari (tCO2/unità) per stimare l’impronta ambientale di una fornitura o di un servizio. Questi fattori di emissione sono di grande aiuto per stimare le emissioni, ma risultano piuttosto limitati in termini di precisione. Solitamente, i fattori di emissione vengono calcolati con i dati di un’area geografica ristretta in un periodo di tempo limitato. Ciò significa che il fattore di emissione per una tonnellata di calcestruzzo prodotta in Francia non può essere applicato alla stessa quantità di calcestruzzo importato dalla Cina. Analogamente, il fattore di emissione di una gru realizzata nel 2020 non si applica a una gru prodotta nel 2010. Nonostante i database dei fattori di emissione stiano diventando sempre più diversificati, generalmente tendono a limitare la precisione degli studi ambientali e dei processi decisionali. Ad esempio, le stime e le medie del settore utilizzate nel calcolo dei fattori di emissione non possono essere utilizzate per selezionare i fornitori responsabili, poiché non tutti i fornitori associano le stesse emissioni al loro prodotto.

Un’altra difficoltà nel calcolo delle emissioni Scope 3 è la conoscenza limitata della storia dei materiali impiegati nel progetto. Gli ingegneri ambientali e i consulenti che elaborano le informazioni su un progetto edile di solito dispongono di scarsi dati su questi fattori. Per fare un esempio, nella costruzione di un ponte si acquistano materiali diversi da più paesi. Sebbene i dati riguardanti la quantità e la qualità del materiale siano generalmente disponibili, le informazioni su ​​metodo di trasporto (nave o treno), metodo di produzione (energia consumata, origine dei materiali) ecc., non sono sempre evidenti e richiedono ricerche più approfondite. Pertanto, per valutare i risultati è necessario formulare delle ipotesi, che possono causare notevoli incertezze nei calcoli.

Una simile aleatorietà, che interessa oltre l’80% delle emissioni di un’azienda, richiede soluzioni di monitoraggio e reporting ambientale più affidabili. Una comprensione dettagliata delle emissioni Scope 3 consentirà alle aziende di ottimizzare le proprie emissioni selezionando fornitori e appaltatori responsabili. Questo stimolerà la concorrenza tra le aziende e le aiuterà a guadagnare la fiducia dei clienti. Inoltre, fornirà loro un potente strumento decisionale per identificare le opportunità di sviluppo e investimento più idonee a ridurre le loro emissioni. Secondo il protocollo GHG per le emissioni di carbonio Scope 3, si contano 15 categorie che possono essere affrontate. Longevity Partners può aiutare i clienti a identificare le fonti di emissione Scope 3 e determinare la materialità di ciascuna fonte in conformità con:

  • La guida al calcolo delle emissioni Scope 3 del protocollo GHG
  • La guida UKGBC al reporting delle emissioni Scope 3 per gli immobili commerciali
  • Il perimetro dell’obiettivo fissato dalle iniziative Advancing Net Zero di UKGBC

Longevity Partners stima i contributi alle emissioni in base ai principi di rendicontazione del protocollo GHG e definisce il perimetro delle emissioni Scope 3 in base alla rilevanza di ciascuna fonte di emissioni e al relativo contributo all’inventario delle emissioni del nostro cliente. Infine, il nostro team stabilisce le emissioni Scope 3 di riferimento mediante lo strumento Quantis Scope 3 Evaluator del protocollo GHG.

 

Bibliografia

[1] CURBED, “How do buildings contribute to climate change?” (In che modo gli edifici contribuiscono al cambiamento climatico?) [Online]. Disponibile all’indirizzo: https://archive.curbed.com/2019/9/19/20874234/buildings-carbon-emissions-climate-change.

[2] B. Bidabad, “CARBON FOOTPRINT OF VINCI’S LARGE PROJECTS” (IMPRONTA AMBIENTALE DEI GRANDI PROGETTI DI VINCI), 2020. [Online]. Disponibile all’indirizzo: http://www.benyaminbidabad.com/wp-content/uploads/2021/07/Internship-Report-VINCI-Construction-Benyamin-BIDABAD_compressed.pdf.

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