16 Luglio 2021
Clémentine Faron
La crescita urbana è un fenomeno importante dell’era Urbanocene 1, che si sta verificando a livello mondiale su una scala mai vista prima e i cui effetti sulla società e sull’ambiente sono evidenti. Benché le città occupino solo il 2% del pianeta, contribuiscono fino al 70% delle emissioni mondiali e al 60-80% del consumo energetico. Inoltre, le Nazioni Unite prevedono che la popolazione urbana mondiale crescerà del 75% entro il 2050.
Questa massiccia migrazione verso le città aumenterà il numero di aree densamente popolate, complicando ulteriormente la mobilità urbana e mettendo ancor più a dura prova i servizi pubblici. Inoltre, la rapida urbanizzazione ha creato ulteriori problemi, tra cui DILATAZIONE DEL TERRITORIO URBANO, IMPERMEABILITÀ DEL SUOLO, INONDAZIONI e CONTAMINAZIONE DELL’ACQUA, con i relativi rischi per la salute.
Di conseguenza, l’incapacità di adattamento alla nuova realtà urbana potrebbe essere disastrosa per le città, che si trovano a dover fronteggiare queste pressioni demografiche, economiche, sociali e ambientali. Negli ultimi 10 anni, le tecnologie smart in ambito urbano hanno iniziato a conquistare le nostre città, formando la spina dorsale di un’ampia infrastruttura intelligente, la cosiddetta smart city. Parallelamente, la diffusione del concetto di sostenibilità ha avuto un impatto significativo sulla pianificazione e sullo sviluppo delle nostre città.
Nonostante le dure critiche a questa prassi di progettazione e sviluppo urbano, la sensazione generale tra i ricercatori è che sia giusto ripensare i paradigmi e i processi di pianificazione e sviluppo delle nostre città.
Cos’è una città smart?
Una città intelligente, comunemente chiamata smart city, è un’infrastruttura costituita prevalentemente da tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ICT) che si pone l’obiettivo di fornire informazioni utili a gestire efficacemente risorse e asset e affrontare le sfide dell’urbanizzazione.
Gran parte di questa infrastruttura ICT è essenzialmente una rete intelligente di oggetti e macchine connessi che trasmettono dati mediante tecnologie wireless e cloud. Le applicazioni basate su cloud ricevono, analizzano e gestiscono i dati in tempo reale per aiutare amministrazioni comunali, imprese e cittadini a prendere decisioni migliori che migliorano la qualità della vita.
L’argomento del miglioramento sostiene che la smart city, potendo interagire con i propri cittadini, è meglio preparata a fronteggiare le sfide contemporanee rispetto a una città che si basa solo su una relazione di tipo transazionale.
Per migliorare l’ambiente urbano, la città intelligente deve pertanto fornire una risposta a diverse sfide:
- Migliore gestione delle infrastrutture, delle risorse e della mobilità attraverso un maggiore utilizzo di infrastrutture ICT più idonee alla comunicazione, adattabili, sostenibili, efficienti e ottimizzate.
- Salvaguardia dell’ambiente attraverso la riduzione dell’impatto
- Integrazione dei cittadini nella pianificazione e nel processo decisionale: il concetto di Smart City non riguarda solo le nuove tecnologie disponibili per la gestione dello spazio urbano. Soprattutto, è necessario creare un legame tra le persone e la città. Ad esempio, nei trasporti e nella mobilità intelligente, la città offre ai cittadini soluzioni che soddisfano tutte le possibili esigenze, per fornire la risposta più adeguata in tempo reale.
Le smart city si stanno quindi rivelando un concetto adatto per rispondere ai grandi cambiamenti tecnologici, economici e ambientali, tra cui il riscaldamento globale, la ristrutturazione dell’economia, la vendita e l’intrattenimento online, l’invecchiamento demografico, la crescita della popolazione urbana e le pressioni sulle finanze pubbliche.
Contesto di emergenza
Alla fine degli anni 2000, la città intelligente era vista come un mercato promettente dalle aziende IT Cisco e IBM. Attraverso campagne di marketing, le due società hanno imposto l’idea che un NUOVO PARADIGMA dovesse rinnovare le modalità con cui le città vengono gestite, per trasformarle in “smart city” e rispondere alle sfide dell’urbanizzazione. Per affrontare questi problemi, le aziende si sono posizionate come “gateway”4 e propongono soluzioni tecnologiche che consentono di interconnettere i sistemi urbani attraverso i dati.
Tuttavia, il loro modello si basa su una visione olistica e sistemica delle città. Questi produttori, in particolare IBM, propongono una gestione suddivisa in compartimenti delle infrastrutture urbane grazie ai dati provenienti da diversi sistemi tecnici5. In effetti, l’esordio della smart city è stato un clamoroso fallimento, poiché si basava su un approccio riduzionista alla città, che prometteva una soluzione semplice, razionale ed efficiente a tutta una serie di complesse problematiche urbane. Questa visione tecnicista, tuttavia, maschera la grande diversità, le specificità locali e le complessità delle città con cui le aziende IT hanno dovuto confrontarsi.
Pertanto, una tecnopoli non sarà necessariamente considerata una smart city. Il ruolo delle tecnologie nelle città intelligenti dovrebbe essere quello di consentire lo sviluppo sostenibile dei centri urbani, evitando di considerare la nuova tecnologia come fine a se stessa. In definitiva, una città non sostenibile non è realmente smart. È proprio l’integrazione della sostenibilità che potrà dare pieno significato alle potenzialità della smart city.
Smart city: una via verso la città sostenibile?
La smart city, in questo senso, promuove gli obiettivi di sviluppo sostenibile perché consente:
- Una riduzione delle emissioni, il motore principale per lo sviluppo di città intelligenti e sostenibili. Tra i maggiori vantaggi, possiamo citare il miglioramento nel rendimento e nello stoccaggio energetico, nella gestione dei rifiuti e nelle condizioni del traffico.
- L’ottimizzazione dei trasporti, poiché le tecnologie intelligenti possono alleggerire la congestione del traffico e fornire informazioni in tempo reale agli utenti.
- Una migliore gestione delle risorse.
È su quest’ultimo punto che il paradigma della smart city è più promettente, in particolare con l’impiego delle smart grid. Una smart grid è una rete di distribuzione dell’energia elettrica che favorisce la circolazione delle informazioni tra fornitori e consumatori, allo scopo di regolare il flusso di elettricità in tempo reale e consentire una gestione più efficiente. Poiché non è possibile immagazzinare grandi quantitativi di elettricità in modo semplice, rapido ed economico, le tecnologie della smart grid tentano di adeguare la produzione e la distribuzione (offerta e domanda) di elettricità in tempo reale dando priorità al fabbisogno di consumo6. Di conseguenza, i contatori intelligenti correggeranno la domanda tenendo conto dei volumi utilizzati dagli utenti. La smart grid migliora l’efficienza energetica dell’intero sistema, riducendo al minimo le perdite sulle linee e ottimizzando l’efficienza dei mezzi di produzione utilizzati in relazione ai consumi istantanei.
Ad esempio, LA CITTÀ DI SINGAPORE ha saputo riconoscere il ruolo potenziale della tecnologia smart grid nel migliorare l’efficienza del consumo di elettricità in abitazioni e aziende. Si prevede che la riduzione del consumo energetico delle utenze durante i periodi di picco possa avere un doppio vantaggio. Non solo i consumatori risparmieranno sulle bollette, ma la riduzione della domanda farà risparmiare sui costi delle infrastrutture per l’energia di Singapore, che, come molte città, è preoccupata dall’aumento dei consumi energetici e dalle questioni della sicurezza energetica7.
Secondo il Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti, se le tecnologie smart grid rendessero la rete elettrica statunitense più efficiente del 5%, questo equivarrebbe alla riduzione delle emissioni di gas serra di 53 milioni di automobili e il miglioramento della rete derivante da queste tecnologie potrebbe consentire un risparmio da 46 a 117 miliardi di dollari entro il 2023. A Taiwan, il Taiwan Power Group, la principale società energetica dell’isola, ritiene che le smart grid siano l’unico modo per “aggirare la pigrizia umana” e stima di poter risparmiare il 10% grazie alla sola gestione automatica delle apparecchiature in standby, e un ulteriore 10-20% facendo lo stesso con l’aria condizionata8.
Nel mondo complesso che sta prendendo forma davanti ai nostri occhi, gli effetti indotti che emergono da questi progetti sono tangibili in termini di nuova mobilità, eco-cittadinanza, economia circolare e resilienza. Benché il divario digitale sia ancora rilevante, in un’epoca di crescente urgenza come la nostra, l’esigenza di accelerare l’implementazione di soluzioni operative ed efficienti è estremamente attuale.
1-Gilbert Emont: “Le Centre-Ville Restera Par Sa Densité Des Services et Son Accessibilité Le Lieu Idéal Pour Le Bureau” (Il centro cittadino resterà, data la densità di servizi e l’accessibilità, il luogo ideale per l’ufficio) – Paris Workplace” 2020
2-Organizzazione delle Nazioni Unite 2019. “En 2050, Deux Personnes Sur Trois Vivront Dans Des Villes Déjà Consommatrices de plus de Deux Tiers de L’énergie et Responsables de 70% Des Émissions de CO2, Prévient M. Guterres | Couverture Des Réunions & Communiqués de Presse” (Nel 2050, due persone su tre vivranno in città che già consumano più di due terzi dell’energia e sono responsabili del 70% delle emissioni di CO2, avverte M. Guterres | Copertura delle riunioni e dei comunicati stampa). www.un.org. 29 ottobre 2019. https://www.un.org/press/fr/2019/sgsm19835.doc.htm.
3-Hollands, Robert G. 2015. “Critical interventions into the corporate smart city” (Interventi critici nella smart city aziendale), Cambridge Journal of Regions, Economy and Society, vol. 8, n° 1, p. 61-77
4-Ola Söderström, Till Paasche e Francisco Klauser. 2014. “Smart cities as corporate storytelling” (Le città intelligenti come narrazione aziendale), City, vol. 18, n° 3, p. 307-320
5-Alizadeh, Tooran. 2017. “An investigation of IBM’s Smarter Cites Challenge: What do participating cities want? ” (Un’indagine di IBM sulla sfida delle Smart City: cosa vogliono le città partecipanti?), Cities, n° 63, p. 70-80
6-Bifulco, Francesco, Marco Tregua, Cristina Caterina Amitrano e Anna D’Auria. 2016. “ICT and Sustainability in Smart Cities Management” (ICT e sostenibilità nella gestione delle città intelligenti). International Journal of Public Sector Management 29 (2): 132–47.
7-Haque, M.M., H.C. Chin e A.K. Debnath. 2013. “Sustainable, Safe, Smart—Three Key Elements of Singapore’s Evolving Transport Policies” (Sostenibili, sicure, intelligenti: tre aggettivi chiave delle politiche di trasporto in via di trasformazione a Singapore). Transport Policy 27 (maggio): 20-31.
8-Enerpress no 9931, 20 ott. 2009; sintesi intitolata “Taïwan veut sa propre technologie de smart grid” (Taiwan vuole la propria tecnologia smart grid)